Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

oggettivo di fronte allo sguardo dereificante della coscienza di classe del proletariato (in cui si continuava il concetto di anima delineato da Simmel nella Filosofia del denaro, irl opposizione a quello di spirito). Prima ancora e meglio ancora che nel concetto di alienazione del giovane Marx, tale processo era stato descritto da Hegel nella Fenomenologia, a proposito della rivoluzione francese, riguardo alla quale è da sottolineare come l'evento rivoluzionario sia strettamente preceduto dall'utilitarismo illuministico e quindi da quella quantitativizzazione delle differenze (ripetuta sotto altra forma dal capitalismo e descritta da Simmel) che appunto la rivoluzione si propone di togliere (Phéinomenologie, Meiner, pp. 415-6). Il fallimento della rivoluzione francese dipendeva per Hegel dallo scontrarsi della libertà universale o assoluta con le coscienze singole, ognuna delle quali pretendeva di essere tale universalità, con la conseguente formazione delle fazioni e della dittatura del Terrore. La rivoluzione russa ha mostrato inequivocabilmente lo stesso fenomeno di distruzione dell'organizzazione sociale; ma con in più un tentativo di riorganizzazione che non ricostituisse «die geistigen Massen», gli Stéinde basati su «die besonderen Massen des Arbeitens» (p. 417). Questo compito appare ora maggiormente possibile perché da un lato il lavoro è diventato (o teorizzato come) uniforme, lavoro esso pure quantitativo; dall'altro con l'introduzione di un partito mediatore e demiurgico come incarnazione della volontà generale (coscienza di classe) investente direttamente tutta la società come corpo organico, gli Stéinde (ora Klassen) rimarrebbero messi tra parentesi, epochizzati. Rimossa la proprietà e insieme necessariamente il diritto al frutto del proprio lavoro, la coscienza singola avrebbe dovuto perdere ogni differenza qualitativa, e quindi, nel rapporto con la coscienza universale, ogni tipo di faziosità. 59

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