Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

co merito bolscevico, «l'aver osato»13 , fu ovviamente favorito e preparato da molti elementi: la guerra mondiale con i suoi milioni di morti, che giustificò anticipatamente la guerra civile e i futuri e reciproci massacri rivoluzionari; la preparazione rappresentata dalla rivoluzione di febbraio che rientrava nei canoni democratico-borghesi; la crescente insofferenza degli intellettuali a quello che il fascismo chiamò vita pantofolaia; e forse soprattutto le illusioni stataliste destate dal «socialismo di guerra» tedesco (nonostante ogni confutazione da parte di ben informati come Rathenau e Max Weber). Tale rottura, una volta innestata sul fenomeno delle masse portate alla ribalta e alla presenza politica dalla guerra di massa, tale avvenimento diede inizio, e qui potrebbe avere ragione Nolte, alla catena dialetticamente intrecciantesi1di rivoluzioni totalitarie, basate sulla manipolazione di queste masse stesse, sul puro «politico», che doveva occupare tutto il secolo fino al 1989, completando due secoli di contraddittoria storia di quella «révolution», nel cui con. cetto Marx e Tocqueville nel 1848 avevano trovato il loro punto di incrocio e scontro storico e ideologico, nella comune e speculare focalizzazione dello spettro del comunismo. Il passaggio al totalitarismo (spontaneo in Russia sulle orme del vecchio Terrore giacobino, ma di nuovo conio teorico in Occidente), di cui il bonapartismo era stato, seguendo la descrizione di Constant, il lontano e pallido preannuncio, e Sorel, con l'estrapolazione di una violenza astratta o di principio (sia pure come' simbolo di coerenza e di intransigenza) l'ambiguo preparatore, fu realizzato attraverso il condensarsi di uno spirito del tempo14 non più elitario (anche in campo rivoluzionario), come poteva ancora essere per il «cesarismo» parlamentare weberiano, ma piuttosto di «superomismo»15 straccione che si incarnò in strati sociali sradicati e/o emergenti, liberati nella guerra da ogni remora morale e irrecuperabili alla vita quotidiana. Nella generale perdita della religione nell'epoca posi55

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