Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

versa da se stessa, dato che l'esistenza è razionale, ovvero ha le sue condizioni di possibilità (che appartengono propriamente al «conoscere»). Il «socialismo reale» è stato la verifica di tali possibilità, e ha trovato nello stalinismo e nella lunga stagnazione della sua eredità l'unica possibilità della sua realizzazione. Parafrasando il Marx sopra citato, il comunismo è stato una forma di coscienza, ovvero una figura dello spirito che si è dissolta parallelamente (o in seguito) a un superamento di un determinato grado di sviluppo delle forze produttive e delle sue conseguenze politico-sociali. Nulla di più dialettico - l'ultima «avventura della dialettica» merleau-pontyana - di questa relazione tra forze produttive, forma di coscienza e sistema politico-sociale; e nulla di più dialettico di questo «dileguarsi» istantaneo; e nulla di più marxiano della direzione, del senso di tale «dileguarsi», il trionfo solare e sostanzialmente incruento del tipo di economia più avanzato, maggiormente produttore di ricchezza. Il testo di Marx prosegue: A dire il vero ci fu uno sviluppo non solo sulla vecchia base, ma uno sviluppo di questa base stessa (il fiore in cui essa si trasforma; si tratta pur sempre di questa base, di questa pianta che fiorisce; ed è per questo che appassisce dopo aver fiorito e in conseguenza della fioritura): è il punto in cui essa si è elaborata nella forma in cui è compatibile con il massimo sviluppo delle forze produttive, e perciò anche con il più ricco sviluppo degli individui. Non appena questo punto è stato raggiunto, l'ulteriore sviluppo si presenta come decadenza, e il nuovo sviluppo comincia da una nuova base. Se anche il passo è riferito esplicitamente alla fine della comunità antica, la sua enunciazione metodologica vale non 41

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