Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

non possiamo un'altra volta affrontare momenti così terribili. Questa volta non guarirò»). Ultimato da qualche giorno il suo romanzo, PH., POINTIZ HALL, poi intitolato Between the Acts (Tra un atto e l'altro), pubblicato postumo -Virginia era di nuovo sola con i suoi ricordi, i suoi fantasmi, le sue voci. Le restava il diario - trenta quaderni di vita; che non la salvò, ma che fu, di fatto, la sua ultima scrittura: era il Lunedì 24 Marzo 1941 («Aveva il naso come quello del Duca di Wellington & grandi denti da cavallo & freddi occhi sporgenti. Quando entrammo, la trovammo seduta, appollaiata su una sedia a tre angoli con il lavoro a maglia nel grembo. Una freccia le chiudeva il colletto. Dopo nemmeno cinque minuti ci aveva già raccontato che due suoi figli erano morti in guerra. E questo, si capiva bene, per lei era un vanto. Insegnava taglio e cucito. La stanza era tutta di un rosso bruno, & era perfettamente linda. Mentre ero seduta lì cercai di mettere insieme qualche complimento. Che si perse nel mare freddo che ci separava. Nient'altro. Oggi c'è uno strano profumo di mare nell'aria. Mi fa venire in mente gli alberghetti sul lungomare a Pasqua. Tutti controvento, raggelati & silenziosi. Non c'è più polpa. Quest'angolo ventoso. Nessa è a Brighton, & io mi immagino come sarebbe se potessimo rigenerare le nostre anime. La storia di Octavia. Posso in qualche modo inglobarla? La gioventù inglese del '900. Due lunghe lettere da Shena & da O. Non posso rispondere, tuttavia mi hanno fatto piacere. L. è alle prese con i rododendri...»).]"' 172

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