Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

corrono sul bordo. Mi sono data una scossa e ho proseguito sulla strada per Newhaven. Sulla strada deserta, costeggiata da ville, solo vecchie zitelle dimesse che hanno fatto spese in drogheria; è bagnato in giro. Newhaven è sfregiata. Stanca il corpo, così la mente si addormenta. A questo punto il mio desiderio di scrivere questo diario è venuto meno. Quale il giusto antidoto? Fiuterò un po' in giro. Penso a Mme de Sevigné. Lo scrivere come un piacere quotidiano. Charleston è silenziosa; Leslie no. Gli Anrep hanno finito di pranzare. Detesto la durezza della vecchiaia - la sento. Raschio il fondo. Sono putrida. Il piede meno agile nell'incontrare la rugiada del mattino, Il cuore meno pronto a battere forte per una nuova emozione, E la speranza, già soffocata, meno svelta a risvegliarsi. Mi sono trovata in mano questi versi di Matthew Arnold e li ho ricopiati. E mentre scrivevo, pensavo che la ragione per cui ora io odio, e amo, in modo così idiosincratico, è il mio congedo dalla gerarchia, dal patriarcato. Quando Desmond loda East Coker, cosa che mi rende gelosa, vado a camminare nei campi, e mi ripeto Io Sono Io; & devo seguire quel solco, non copiare un altro. Che è la sola ragione per cui io scrivo & vivo. E quanto mi piace il cibo, ora: mi invento pranzetti immag1nan. [Tre mesi dopo, il 28 Marzo 1941, Virginia Woolf si toglie la vita, gettandosi con una pietra in tasca nel fiume Ouse. Prima di uscire di casa scrive due lettere, una per la sorella Vanessa e una per Leonard, al quale lascerà anche un breve biglietto di commiato («Sento che sto di nuovo per impazzire. Sento che 171

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