Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

Domenica 22 Dicembre Com'erano belli, quei due vecchi - intendo dire papà & mamma - com'erano semplici, diretti, sereni. Sono stata immersa in vecchie lettere & annotazioni di mio padre. Lui l'amava - oh sì, & era così candido, & ragionevole, & trasparente - & aveva una mente così fragilmente delicata; civile; & trasparente. Come mi appare serena e felice anche la loro vita: senza fango, né gorghi. E così umana - coi bambini, & le voci & i suoni della nursery. Ma se guardo con l'occhio dei contemporanei, la mia visione infantile svanisce & io devo smettere. Nessuna burrasca, nessun coinvolgimento: nessuna introspezione. Giovedì 24 Dicembre Noto con qualche sgomento che mi si sta paralizzando la mano. Il perché non so dire. Posso ancora tracciare delle righe diritte? Non mi pare. Nello scrivere questo sto facendo un esperimento, e in effetti questa mattina la mano mi sembra meno morta, poi mi son messa a ricopiare il manoscritto di PH., trascinata dalle parole - ma non voglio entrare in argomento. Devo infatti andare a lavarmi & vestirmi, per gli Anrep & il nostro alquanto forzato invito a pranzo. (Più tardi) 24 Dic. Sera della Vigilia, & non volevo tirare le tende, con Leonard & Virginia che si stagliavano neri contro il cielo. Pranzammo con Helen; & lei di nuovo «Mi sarebbe tanto piaciuto vivere qui». Com'era tutto incantevole. Le dune che rompevano le onde e formavano pallide cave; & tutti i fienili & i pagliai di un rosa spento o di verde cangiante: & il viottolo vicino al muro; & la chiesa; & il grande fienile del dazio. Come ci consola & scalda il cuore l'Inghilterra, in questi anfratti profondi dove il passato sopravvive quasi immobile. E quella piccola spirale che si snoda attraverso i campi... Ci siamo seduti in 169

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