Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

lui si ammalò dissi a lei di venire da noi - Dio, l'atteggiamento servile, senza dignità, del povero servitore! È stata «vicino alla morte come non mai», con i soffitti che crollano sul rifugio. Ha qualcosa dei romanzi di Arnold Bennett la vita di questa donna diseredata; questa vita nei bassifondi di Lor-idra, insieme al suo «amico», come lei lo chiama. Mi sembra si chiamasse Charles Stanford-ma va bene Charles - o forse no - Lei lo considerava un ragazzino impetuoso. Ora lui è morto; & della storia di Charles & Mabel nessuno saprà niente oltre a quello che ho raccontato. Sabato 12 Ottobre Vorrei che oggi fosse una giornata piena: la maggior parte delle letture va assaporata ben bene. Se non rischiasse di suonare falso, direi che un giorno come questo è fin troppo - non dico felice ma accettabile. Il tono varia da una bella melodia a un'altra. È questo il teatro in cui oggi si recita. Colline & palude; non so staccare gli occhi; ottobre sta sbocciando; campi arati di terra scura; & la verzura che appassisce & si rinnova. Sta salendo la bruma. Una dopo l'altra cose piacevoli: colazione, scrivere, passeggiare, tè, bocce, leggere, dolci, letto. Una lettera di Rose in cui parla della sua giornata. Quasi interrompe la mia. La giornata riprende. La terra ricomincia a girare. E dietro - oh sì. Ma penso che devo intensificare. Un po' per via di Rose. Un po' perché sono terrorizzata dalla passività. Vivo la mia vita intensamente. A Londra, ora, come due anni fa, mi aggirerei per le vie. Di certo là c'è più gente & animazione di qui. Quindi devo sostituirla - ma come? Inventando libri, direi. C'è poi sempre la possibilità di un'ondata improvvisa: ma no, non punterò un'altra volta lì la mia lente di ingrandimento. Brandelli di memoria si affacciano lentamente alla mente. Contratta sui tre piccoli pezzi (uno l'ho spedito oggi), mi sciolgo ora su una pagi­ ·na dedicata a Thoby18. 144

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