veva. Colpi di cannone lontani. Vedemmo un riparo di mattoni rosa. Quella fu l'unica cosa interessante della giornata - la nostra chiacchierata con uomo donna & bambino che vivevano lì. Erano stati bombardati a Clapham. La casa non era sicura. Trovarono un passaggio per Wimbledon. Preferivano però questa trincea non finita a un rifugio cittadino presso una casa affollata. Avevano una lampada, un tegame, & potevano farsi il tè. La guardia notturna non accettava il loro tè; preferiva il suo. Qualcuno aveva offerto loro un bagno. In una delle case di Wimbledon era rimasta solo la guardiana. Ovviamente non potevano ospitarci. Ma la donna fu molto gentile e diede da sedere a tutti. (L'uomo stese una coperta lisa su un gradino perché potessi sedermi. Un militare spiò dentro. «Ci stiamo preparando per l'invasione» ci disse l'uomo, come se dovesse succedere nel giro di dieci minuti. Parlammo.) Una signora borghese piuttosto elegante che procedeva per Epsom si dispiacque di non poter ospitare il bambino. Ma non l'avrebbero lasciata sola, dissero - l'uomo era un celtico, volubile ed emotivo, la donna una placida sassone. Se va bene a lei, a noi va bene. Dormono sulla segatura. Le bombe erano cadute sul Common. L'uomo è un imbianchino. Molto socievole & ospitale. Amavano avere gente con cui parlare. Cosa poteva succedere? L'uomo pensava che Hitler sarebbe presto stato sconfitto. La signora col cappello piumato disse invece Mai. Uscimmo due volte. Altri spari. Ritornammo. Infine ce ne andammo, con l'occhio al rifugio & ai movimenti delle persone. Arrivammo all'Hotel Russell. Nessuna traccia di John. Gran fragore di contraerea. Ci mettemmo al riparo. Ci incamminammo verso Meck. Sq.: incontrammo John che disse che la piazza era ancora chiusa; cenammo quindi all'hotel. In 20 minuti decidemmo lo stato di emergenza della casa editrice - avremmo interpellato la Garden City Press. L'attacco era ancora in corso. Camminammo verso Meck. Sq. Proibito l'accesso. John ci raccontò di domeni129
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