Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

Architettura e regia La città-set Il cinema è una teoria dell'urbanistica. Nel momento in cui il film mostra la città, esso ce ne dà non la realtà (nel cinema non esiste «realtà» ma solo «profilmico») ma una lettura. Lettura duplicemente parziale: perché «la» città è un insieme di parti che non si sa come abbordare in quanto totalità (con un campo lungo dal punto di vista della periferia? con una panoramica circolare dalla cima dell'edificio più alto? con una ripresa aerea che la riduca a mappa, o con la pseudo-soggettiva di un «volo d'uccello» mimato dall'elicottero?) e perché l'occhio della macchina da presa dà resoconti immediatamente narrativizzati (si pensi all'esperimento effettuato da Wenders in Tokyo Ga, dove la stessa strada è inquadrata una volta col grandangolo di Wim e una volta con l'obiettivo di Ozu, dando effetti completamente differenti). Scendere o non scendere in città? Tutta la storia del cinema, dallo studio-system hollywoodiano al neo-realismo e al cinéma-vérité, può essere letta come il tentennamento nel rispondere a questa domanda. La città è la verità della realtà, ma il set è la verità della fiction: può la città 105

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