Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

head leaves off. It is not hubris, not pride; it is inflation of the ego to its ultimate - confusion between him who worships and that which is worshipped. Man has not eaten God; God has eaten man» (Ivi, pp. 45-46). «La loro visione è cosmica. Non quest'uomo qui, quel bambino là, ma un'astrazione: razza, terra. Volk. Land. Blut. Ehre. Non l'onore degli uomini degni d'onore, ma lo stesso Ehre; l'astratto è reale, la realtà è invisibile, per loro. Die Giite, ma non i buoni, quest'uomo buono. È il loro senso dello spazio e del tempo. Vedono al di là del presente, nell'immensa profondità nera che sta oltre, l'immutabile. E questo è fatale, per la vita. Perché alla fine non ci sarà più vita; un tempo c'erano soltanto le particelle di polvere nello spazio, i caldi gas d'idrogeno, null'altro, e sarà di nuovo così. Questo è un intervallo, ein Augenblick. Il processo cosmico continua, riducendo_di nuovo la vita nel granito e nel metano; la ruota gira, per tutta la vita. E tutto temporaneo. E loro - questi pazzi - rispondono al granito, alla polvere, al desiderio d'inanimato; vogliono aiutare la Natur. E, pensò, io so il perché. Vogliono essere gli agenti, non le vittime, della storia. S'identificano con la potenza di Dio e credono di essere divini. Questa è la loro fondamentale pazzia. Sono sopraffatti da qualche archetipo: i loro ego si sono espansi psicopaticamente, e non sanno dove cominciano loro e dove finisce la divinità. Non è hybris, non è orgoglio: è l'ego enflato all'estremo... la confusione fra colui che adora e ciò che è adorato. L'uomo non ha divorato Dio; Dio ha divorato l'uomo». 8 Adorno Th. W., Filosofia della musica moderna, Torino, Einaudi, 1980 (trad. G. Manzoni), p. 15. 9 Diverso, e più sostanziale, l'ultimo progetto incarnato dai Residents, l'eccellente Freak Show, pubblicato nel '91. In questo lavoro, difatti, i Residents abbandonano la consueta frantumazione di reperti mediali, irrobustendo piuttosto l'utilizzo delle dissonanze, rovesciate a dismisurare pochi frammenti di musica da fiera, con i quali richiamare quelli che lo stesso quartetto definisce in una nota «sentimenti uneasy di un'epoca - quella nella quale giravano ifreak shows, appunto - più innocente». La scommessa è quella di utilizzare il mostruoso, o meglio l'esposizione delle mostruosità individuali (e, allegoricamente, individuanti), in chiara funzione antimediale (giacché ifreak shows, cioè i circhi delle meraviglie dove venivano esposti i «mostri di natura», scompaiono giusto con la nascita degli effetti speciali nei media imperanti), saggiando le reazioni dei nostri comportamenti enlightned al cospetto di questa allegoria del mostruoso vivo e palpitante; col risultato di disvelare tali atteggiamenti «illuminati» come il neon della «falsa chiarezza» di cui parlava Adorno a proposito dell'industria culturale come «manipolazione dell'umanità». In una visione cosl tanto dichiaratamente propositiva, diciamo pure meno parassitaria degli oggetti da disvelare, riaffiorano, nel rumore di fondo di cui si diceva, inattesi (ma beneaccetti) percorsi schonberghiani. 10 «The Residents freely admit that the riffs, words, and even sometime the arrangements found on The Third Reich'n'Roll were shamelessly lifted from their memory of Top Forty radio of the Sixties». 101

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