Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

più ellittico. L'interpretazione di Freud riempie queste ellissi o "assenze" presenti nel sogno, allo stesso modo in cui Keats, consapevole di dover riempire degli spazi, muove delle pedine lungo una scacchiera, evitando di essere messo in scacco. Molto spesso anche Freud, come Keats, introduce del materiale esplicativo, che si ramifica per digressioni, assumendo una vita propria, soprattutto nel caso di un nome proprio, come dimostra chiaramente l'esempio seguente. Cercando di capire un sogno su tre donne, una delle quali stava preparando degli gnocchi (Knodel), Freud ricorda la fine del primo romanzo da lui letto, in cui l'eroe impazzisce e continua a gridare i nomi delle tre donne che erano state per lui causa della più grande felicità e della più grande sofferenza. Una di queste si chiamava Pélagie, e attraverso un percorso eccentrico almeno quanto quello di Keats, le tre donne diventano le tre Parche. Pélagie funge da ponte verso la parola «plagio», la quale a sua volta getta nuova luce su Knodel, inteso come nome proprio (di persona) piuttosto che come sostantivo generico. Improvvisamente tutto sembra «allitterare» o «fare un bel concerto». Ecco un estratto dell'analisi di Freud tratta dalla sezione su «Gli elementi infantili come fonte di sogni», nel capitolo 5: A proposito delle tre donne affiorano le tre Parche, che filano il destino degli uomini e io so che una delle tre donne, la padrona di casa del sogno, è la madre che dà la vita e a volte, come nel mio caso, anche il primo nutrimento... Dunque sono veramente le parche, quelle che trovo andando in cucina, come facevo tante volte da bambino quando avevo fame e la mamma presso il focolare m'invitava ad aspettare che fosse pronto il pranzo. E ora gli Knodel! Almeno uno dei miei professori d'università -ma proprio quello cui debbo le mie nozioni d'istologia... di fronte al nome Knodl ri99

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