Narratore risponde: «Oui, naturellement». La «vérité qui était fròlée par là», con quella domanda, il cui enigma si cela nella sua stessa, apparente chiarezza, è la verità di J., di cui Nathalie ha ripetuto, nella sequenza precedente (cui la frase si riferisce), l'esperienza dell'accesso alla camera, della trasgressione per spinta propria ma oltre la propria volontà: camera sconosciuta, di cui è sconosciuto l'Abitante, e nella quale attende, per essere svelato e conosciuto, l'evento-verità. È infatti dopo questo rapido va-e-vieni di domandarisposta, che si verifica l'entrata nel gelo da parte di Nathalie o, meglio, la «comunione nel gelo» dei due protagonisti, fase ulteriore dell'esperienza in cui sono entrambi incamminati senza rimedio, senza possibilità di «retour en arrière». «Après le "Oui, naturellement", il arriva à N. un accident. Brusquement, cette chambre surchauffée où je mourais de froid, devint, pour elle, le meme endroit glacé. Elle se mit à trembler, à claquer des dents et, pendant un moment, frissonna à perdre le commandement de son corps». Segue la riflessione, del tutto esplicita, del Narratore: «Lutter seule, apprendre, dans cette lutte, à connaitre par quelle profonde justice les plus grandes forces adverses, au moment où elles nous déchirent, nous consolent et nous relèvent, c'est là ce qu'il lui fallait faire». Poi, ancora il riferimento alla legge: «l'aiguille s'avance, pensais-je après son départ» (pp. 86-87). La sequenza, dal punto di vista diegetico, si chiude qui. Ma essa comporta una triplice serie di effetti: 1. il legame che si stabilisce fra Nathalie e il Protagonista; 2. la progressiva depersonalizzazione di Nathalie, che, nella prospettiva che qui si sta seguendo, non implica valore negativo, anzi, trasforma il negativo nel suo contrario (si tratta, ovviamente, di termini di comodo, in quanto, come si sta dimostrando, l'Arret de mort non comporta in nessun modo l'opposizione assiologica canonica di posi83
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