Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

fondamento (senza fondamento). Dal punto di vista realistico, o della diegesi, è il solo luogo del racconto o, meglio, il solo elemento che permanga dall'una all'altra storia: p. 31 «A Paris mon domicile officiellement était un hotel de la rue d'O.», si legge nella prima storia: hotel da cui il Narratore-Protagonista si sposta per accedere alla camera di J., nei giorni della morte e della successiva, seconda agonia di lei. E se l'iniziazione del Narratore alla propria morte o quasi-morte, messa in atto da J. con il suo ingresso nella camera di lui (come abbiamo avuto già modo di riferire e di citare a suo tempo), ha luogo non nell'albergo della rue d'O. ma in un altro, non precisato (p. 16 «Quand je l'avais rencontrée, dans un hotel où je faisais un séjour» ecc.), ciò significa che solo dopo gli eventi prodigiosi connessi alla storia di J. e del Narratore- che li gestisce e li subisce, ne fa, come abbiamo detto, la prova-, solo dopo questi eventi prodigiosi la sua camera propria, la sua camera-domicilio «ufficiale» all'hotel della rue d'O., può svolgere il ruolo che ha nella continuazione della storia: il ruolo, ripetiamo, di camera-sepolcro e camera nuziale, che era già stato della camera di J., il luogo cavo, il «pivot en creux», a partire dal quale si originano le strutture del rinvio, e cioè le eccedenze impossibili del senso, incaricate di «parlare» l'evento-verità. Bisognerebbe, a questo punto, citare per intero le grandi sequenze della camera-cripta, ove avanza Nathalie, disperdendosi e smemorandosi, progredendo verso il proprio «morire». Si tratta di tre sequenze, che si costruiscono sul modello dell'ingresso di J. nella camera del Narratore, agli inizi della prima parte del racconto. Mi limiterò ad alcune estrapolazioni essenziali. Prima sequenza (pp. 64 sgg.): è incorniciata, come si è già segnalato, fra un segmento e l'altro della storia di Simone. 77

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