c6té les événements publics. Ces événements ont été très grands et ils m'ont occupé tous les jours. Mais, aujourd'hui, ils pourrissent, leur histoire est morte et mortes aussi ces heures et cette vie qui alors on été les miennes. Ce qui parle, c'est la minute présente et celle qui va la suivre. A tous ceux qu'elle abrite, l'ombre du monde d'hier plait encore, mais elle sera effacée. Et le monde qui vient tombe déjà en avalanche sur le souvenir d'autrefois». La citazione è importante perché riconferma, dal punto di vista della storia, l'inconsistenza e addirittura l'inesistenza di ogni storia. La stessa «storia» presente, quella del récit in atto, è solo del presente del récit. Come puntualmente precisa Derrida, il récit «serait clone la cause - disons aussi la chose - de cela méme qu'il semble raconter. Récit camme cause et non camme relation d'un événement, voilà une étrange vérité qui s'annonce. La chose est le récit»8 • Lo stesso paradigma rappresentato dalla storia di J., lo possiamo considerare un effetto del suo investimento nel «qualsiasi» della storia di Nathalie. La storia qualsiasi e la storia emblematica si costruiscono come l'effetto o, meglio, come il luogo stesso entro il quale agisce il racconto, come il suo spazio proprio. Di tale spazio, il racconto fornisce altresì il simulacro, la figura senza figura, il luogo topico (se è concessa tale tautologia), il luogo «per eccellenza» di sé in quanto récit, pagina o volume, spazio nuziale e sepolcrale del pensiero (della «pensée») e della scrittura: e cioè la camera dell'albergo della rue <l'O., la camera-cripta, la camera tombale e sponsale. A partire da questa sorta di «pivot» («en creux»), di luogo cavo, luogo di manifestazione dell'evento-verità e luogo di conservazione dell'evento-verità, si avvicenda la storia (si avvicendano le due storie), sul piano propriamente diegetico, e si generano le strutture: diciamo le strutture portanti del rinvio, che trovano qui il luogo del loro 76
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