Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

racconto, citata più indietro): il che - ripetiamo - non rappresenta altro che la verifica e, nello stesso tempo, la traduzione in atto - nella performatività della scrittura - dell'impossibile dell'evento-verità. In questa fase seconda del processo che stiamo studiando, si può notare anzitutto che, se dalla storia di J. sono accuratamente espunte tutte le caratterizzazioni d'ordine realistico, per cui essa si dà subito come fortemente emblematica (paradigmatica, appunto), la storia di Nathalie, per contro, ne è piena: nomi di strade e di professioni, orari di lavoro e dettagli di carattere (anche di tipo psicologico), riferimenti all'ambiente e alla guerra in atto (bombardamento di Parigi, i diplomatici che abbandonano l'albergo, ecc.). La stessa figura di Nathalie, per non dire le figure femminili che ne rappresentano altrettante silhouettes di avvicinamento (a partire dalla figura di J.), è marcata dei tratti se non della banalità certo della non eccezionalità (di cui invece è connotata incessantemente la figura di J.). Così, la sua casa è un «grenier délabré» (p. 90), o un «immense taudis» (p. 116): per cui si potrebbe parlare, caso mai, di eccezionalità in senso inverso, e cioè della miseria infinita del quotidiano, se non fosse, appunto, l'inverso dell'eccezionalità. Analogamente, l'abitazione di Simone è una vasta «pièce» divisa in due da una tenda, al fine di separare, in un unico luogo, lo spazio del giorno da quello della notte; quella di Colette, una stanza d'albergo, presumibilmente squallida, nella quale il Narratore scorge, alla partenza di lei, l'immagine stessa del «malheur» (come si è riferito). Insomma, altrettante designazioni o qualificazioni del «qualsiasi», del grigiore (e addirittura dello squallore) del quotidiano, con, sullo sfondo, l'altro squallore, l'altra polvere e l'altra cenere (le altre ceneri) degli eventi pubblici: quelli della guerra in atto. Cenere su cenere. Il Narratore è esplicito in proposito, benché in un unico punto del libro: p. 76 «Je parle de faits qui semblent infimes et je laisse de 75

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