Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

Se l'esperienza dell'evento-verità di cui sarà oggetto Nathalie è prefigurata dunque qui, in queste figure di transizione, bisognerà però precisare che queste si connettono, rispettivamente, all'una e all'altra delle due figure primarie anche attraverso altre marche. Così, Colette rinvia a J. tramite una marca abbastanza clamorosa: le stigmate. J. sulla palma della mano, Colette sul dorso, portano entrambe una profonda cicatrice (p. 21 «Un profond sillon central», «le profond coup de hache», per J.; e per Colette: p. 60 «"Voyez cette cicatrice". Elle avait, sur le dos de la main, une assez large boursouflure transversale»). Mentre Simone rinvia a Nathalie attraverso il motivo del matrimonio. Essa riferisce infatti al Protagonista del suo secondo, prossimo matrimonio, che egli assume come argomento di conversazione con lei (il solo argomento) allo stesso modo in cui il matrimonio forma ancora argomento di conversazione, nella lingua di Nathalie (lingua straniera per il Protagonista), fra entrambi, argomento che viene avanzato da lui (p. 100) poco prima della sua furia verbale contro Nathalie durante il rifugio nelle gallerie della metropolitana (ulteriore rinvio all'incontro con Simone). Simone introduce dunque sia al motivo della distanza e della separazione (motivodella «vitre») sia al motivo della massima prossimità, della comunione corporale fra gli esseri (il matrimonio). Che comunque, nel nostro caso, non sono motivi separati, ma interconnessi, complementari. Si aggiunga che l'entrata del Protagonista, non atteso, nella camera di Simone, rinvia al tema dell'entrata di Nathalie nella camera della rue d'O., entrata che - nella cronologia del récit - ha già avuto luogo e che si ripeterà altre due volte, in un crescendo sempre più drammatico ed emblematico. Si legga, per l'entrata nella camera di Simone: p. 74 «cette pièce sombre et inconnue maintenant me fascinait; le but était bien là, dans ce noir [...]. A mon tour j'avais ouvert une porte, j'entrais d'une manière inexplicable dans un endroit où l'on ne m'attendait pas», ecc. 68

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