cette vie transforme en mensonge la vie qui a reculé devant elle». Sospendo - di fronte al grande brano che in ogni caso parla da sé - ogni commento. Mi basterà ricordare che esso prolunga o riprende, anche in riferimento allo stile e alla sintassi, un brano precedente, esplicitamente riferito alla tomba: p. 86 «Qui fait que maintenant, chaque fois que ma tombe s'ouvre, j'y réveille une pensée assez forte pour me faire revivre? Le propre ricanement de ma mort. Mais, sachez-le [«sachez-le»: l'unica, salvo errore, allocuzione al lettore], là oùje vais, il n'y a ni oeuvre, ni sagesse, ni désir, ni lutte; là oùj'entre, personne n'entre. C'est là le sens du dernier combat». Si dovrà comunque aggiungere, non tanto per commentare quanto per sottolineare il sistema delle relazioni, che alla camera-tomba del Protagonista-Narratore - entro la quale si produce, per fasi (o entrate) successive, l'iniziazione di Nathalie - si accede solo tramite trasgressione: «là oùj'entre, personne n'entre». Il che si traduce, sul piano diegetico, per effrazione della porta o furto della chiave. È quanto conferma, a ritroso, la stessa storia di J., la quale, di fatto, accede all'evento-verità nella propria camera. Ma vi accede, appunto, grazie alla precedente iniziazione e accesso - fuori di ogni consuetudine - nella camera del Narratore, sintomaticamente «più che malato» e che lei crede morto, pur senza conoscerlo (J. pensa che il Narratore sia entrato nella camera di lei e ora lo immagina morto): p. 16 «Ellamonta donc chez moi qu'elle ne connaissait pas et m'appela à travers la porte. Je répondis au hasard: "N'ayez pas peur", mais d'une voix très étrange et plus effrayante que rassurante. Elle eut eneore si peur qu'elle me crut vraiment mort et poussa la porte, laquelle, fermée à clef, céda et s'ouvrit. Je n'étais pas du tout malade, quoique peut-étre un peu plus que malade. Je m'éveillai, assez effrayé, moi aussi. Je luijurai queje n'avais pas été dans sa chambre, queje n'avais pas quit64
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