Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

té la mienne. Elle s'étendit sur mon lit et presque aussitòt s'endormit». Il brano, che anticipa, ed a cui appunto rinviano, le successive entrate di Nathalie nella camera-tomba, contiene tutti gli elementi necessari al prodursi dell'evento-verità: il Narratore «morto» o «semi-morto»; l'accesso trasgressivo allo spazio tombale («la porte[...] fermée à clef, céda et s'ouvrit»); la dimensione dell'oblio (sonno o incoscienza) entro la quale si trovano i protagonisti; l'oscurità (solo presupposta nel brano in questione, dato che esso non contiene nessun accenno ad elementi visibili); la trasformazione della camera-tomba in camera nuziale (o la loro simbiosi, o sovrapposizione): «elle s'étendit sur mon lit» ecc. L'anfibologia statutaria dell'Attante maschile - contemporaneamente morto e vivo - risulta perciò omologata alle altre figure (femminili) del racconto, benché invertita nei ruoli attoriali dalla prima alla seconda parte (per cui, come abbiamo segnalato, si potrebbe parlare, al limite, di due Attori distinti). Sul piano dell'evento «originario», è infatti J. che, nella prima parte, opera l'introduzione del Protagonista all'evento-verità, offrendogli in spettacolo il proprio trionfo sullamorte, mentre nella seconda parte si verifica l'inverso. È il Protagonista che, attraverso l'esperienza di J., è ormai in grado di porre in atto il rovesciamento all'infinito del paradigma (mantenere-in-vita la morte) su di sé e su Nathalie. Per contro, la finzione della figura del NarratoreScrivente risulta univoca, e la scrittura di cui tale figura è depositaria - che porta a farla coincidere con la figura autoriale - si presenta come una scrittura testamentaria, una scrittura della verità ultima di fronte all'evento ultimo, e tuttaviaperformativa dello stesso evento-verità. Sul piano della rappresentazione -ma bisognerebbe piuttosto dire, in riferimento appunto alla performatività: sul piano della presentazione - il Narratore-Scrivente per65

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