Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

ne «je continuerai cette histoire», da leggersi nel senso e col valore che le abbiamo attribuito, il Narratore infatti enuncia, a tutte lettere, l'identificazione di evento e racconto, non solo ma altresì l'inesauribilità, il perpetuo prodursi (riprodursi) dell'evento-racconto: p. 54 «Il se peut que tous ces mots soient un rideau derrière lequel ce qui s'est joué ne cessera plus de se jouer». La scrittura (il racconto) dell'evento-verità mantiene quest'ultimo in perpetua evenienza, in perpetua attività. Il che è da ascrivere, certo, alla funzione di produzione dell'evento-verità attribuita alla scrittura, ma anche al fatto che nessun eventoverità ha mai avuto luogo. Il carattere di «finzione» (in senso forte) da ascrivere alla rappresentazione è ineliminabile. Del resto, il testo stesso è esplicito in proposito. Un solo esempio, sul piano delle strutture dei contenuti manifestati. La grande scena della prima prova, o accesso all'eventoverità da parte di Nathalie, concernente l'entrata di lei, sconosciuta, nella camera-cripta del Protagonista all'hotel della rue d'O., con conseguente furia distruttiva di lui, smarrimento e oblio di Nathalie, ecc., tale scena (pp. 64-71) è incorniciata nel testo fra l'incontro di Simone nel métro (la donna «sous vitre», portatrice di reminiscenza, che colma la «lacune vivante» rappresentata dall'altra figura femminile collaterale, Colette) e la visita alla stessa, in casa di lei, da parte del Narratore: è incorniciata insomma dall'una e dall'altra presenza di Simone. Ebbene, di tale presenza (importante «relais», come si vedrà, fra le figure in sovrapposizione di J. e di Nathalie) si esplicita nel testo il carattere per niente referenziale - sul piano diegetico - ma puramente mentale, astratto, inerente alla scrittura in atto, al suo farsi lì stesso, o, anche, a una situazione del genere allucinatorio o onirico. Le due «presenze» di Simone sono infatti precedute dalle seguenti, rispettive enunciazioni del Narratore: p. 62 «Maintenant je vois cette scène [sono io che sottolineo]: j'étais dans 59

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