Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

Ed è ancora per questo che Derrida propone di sostituire la nozione di paradigma con quella, senz'altro più pertinente, di «serialità» ed esattamente di «serialità senza paradigma» (p. 174). Così, il concetto da noi avanzato di paradigma originario come matrice del dispositivo dei rinvii, si dovrà intendere non come fondamento del sistema testuale ma come motore del sistema, per definizione insaturabile e la cui dinamica teoricamente non ha fine (la serie, la serialità, la moltiplicazione delle differenze-identità). Non ci resta ormai che procedere alla verifica del sistema (alla dimostrazione della sua insaturabilità), sulla base dei tre argomenti qui sopra indicati: i termini complessi (o «misti»); le figure supplementari; l'anfibologia della figura del Narratore. Effettueremo la verifica percorrendoli a ritroso, e cioè a partire dall'ultimo di essi. La figura del Narratore Come abbiamo sottolineato all'inizio, questa figura, in quanto inclusiva di quella del Protagonista della storia e dell'Estensore della stessa, finisce per sovrapporsi senza più alla figura dell'Autore. La storia sembra perciò assumere il carattere del resoconto d'un'esperienza. E tuttavia non d'un'esperienza accaduta, di cui il Soggetto registrerebbe gli eventi - pur nella loro enormità-, ma di un'esperienza che coincide col fatto stesso di scriverla. L'impossibile dell'evento-verità risulta quindi inseparabile dal processo della scrittura. Il NarratoreProtagonista della storia è altresì il produttore dell'eventoverità, nell'interminabile della scrittura, e nell'interminabile dell'effetto della scrittura, da cui è egli stesso esautorato (attraverso le strutture del rinvio) e nel quale è egli stesso coinvolto (attraverso il dispositivo in atto dell'enunciazione). All'inizio della seconda parte, poco dopo l'affermazio58

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