Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

vento di Derrida), nella secondaparte si tratta invece della prova del mantenimento-in-vita della morte, del mantenere-in-vita-la-morte: e cioè, come sottolinea Derrida, del «trionfo della vita». La vita trionfa, ma non nel segno della vita-che-supera-la-morte, bensì nel segno del «morire», diciamo del «morire incessante», attivo, attivato attraverso la costruzione dell'evento-verità, che vede implicato e coinvolto, nell'abnorme dispositivo di rinvii senza fine e senza fondo che costituisce il testo dell'Arrét de mort, il Narratore-Protagonista-Scrivente. Si pensi, per avere un'idea sufficientemente esatta della situazione che si sta descrivendo, alla costruzione in analisi: ove i due Soggetti, l'analizzante e l'analizzando, da poli simmetrici e sovrapposti, e in situazione di cesura comunicativa, provvedono, attraverso la manifestazione d'un «pensiero» associativo, e quindi svincolato dalle modalità normative (logico-razionali) secondo le quali di solito è chiamato a manifestarsi, a costruire una «verità» che non sta in nessun luogo al di fuori della costruzione stessa: e meno che mai in un tempo concluso (in un passato) che ne sarebbe depositario e dal quale si tratterebbe di farla emergere per portarla alla luce. Non solo, ma non si tratta nemmeno di verità «puntuale». Infatti, 1. essa non inerisce, nel suo prodursi, a un solo luogo di enunciazione, il luogo del Soggetto che parla (il luogo dell'analizzando). L'enunciazione è, di fatto, trasportata nella zona d'ascolto, da cui non si enuncia niente e che «risponde» solo col silenzio. È l'enunciazione di questo silenzio (se così si può dire) che determina il formularsi dell'altra enunciazione, comportandone l'incessante rilancio e gli infiniti aggiustamenti; da cui, 2., la costruzione interminabile della «verità», che, per ciò stesso, non potrà mai godere di una pronuncia propria, definitiva. In altre parole: non potrà mai godere del beneficio di venir proferita, pena la sua stessa perdita. È a un modello del genere (che è, di fatto, un anti56

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