un luogo a-topico e iper-topico a un tempo (come puntualizza Derrida rifacendosi a un punto dell'Entretien infini, a proposito della ripetizione3): il luogo in cui si manifesta (in cui ha, appunto, luogo di manifestarsi) l'evento impossibile o, il che è lo stesso, l'impossibile della verità. Nel punto massimo della prossimità al proprio discorso, il Soggetto ne esperimenta a un tempo l'illimitato spossessamento. L'impossibile - l'impossibile dell'evento, l'impossibile della verità - è comunque affidato a una «storia», la quale si sovrappone - nella temporalità, diciamo, «originaria» di scrittura - a un segmento maggiore della Storia maggiore: il secondo conflitto mondiale: p. 8 «C'était en 1940, pendant les dernières semaines de juillet ou les premières d'aoùt. Dans le désoeuvrement que m'imposait la stupeur, j'écrivis cettehistoire. Mais, quand elle fut écrite, je la relus. Aussitòt je détruisis le manuscrit». Il récit intitolato L 'Arret de mort rinvia dunque - primo, globale rinvio della serie dei rinvii - a un primo récit di cui non resta nulla. La stessa memoria del Soggetto-cheracconta-e-che-scrive sembra non trattenere niente al riguardo: ibid. «Il ne m'est meme plus possible, aujourd'hui [«aujourd'hui»: tempo in atto della rimemorazionescrittura del secondo récit], de m'en rappeler l'étendue». Senonché, anche il secondo récit sembra a un certo punto sprofondare nel non detto, nell'impossibilità (appunto) a dire. La prima parte, dopo il racconto della resurrezione di J. operata dal Narratore-Protagonista e dopo il resoconto della sua seconda morte, per volontà di lei e sempre ad opera del Narratore-Protagonista, si interrompe di fatto su queste parole: p. 53 «Il faut que ceci soit entendu: je n'ai rien raconté d'extraordinaire ni meme de surprenant. L'extraordinaire commence au moment où je m'arrete. Mais je ne suis plus maitre d'en parler». Ove si potrà notare (magari a puro titolo di curiosità) la sovrapposizione anagrammatica fra m 'arre te - rinvio 51
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