dice che per lei dire di no è come «strapparsi la pelle a strisce»), anche l'origine delle antiche usanze di fasciare i neonati e di bendare i morti, quasi a significare l'arco completo dell'esistenza che il godimento del padre soggioga quasi senza intervalli. «Il braccio scattò in avanti e il cordone che lanciò, arancione in quella luce, cadde a pcichi centimetri»... da che cosa? dal grembo di Mary. Qui siamo in piena luce, la finestra è spalancata, e avviene una sorta di eiaculazione, il getto arancione va in direzione della donna, del suo grembo, ma lo manca. Questa scena di flusso, di flusso sanguinoso, richiama l'altra scena di flusso nel romanzo, che riguarda il secondo protagonista maschile, Robert, e una storia della sua infanzia: in un complotto delle sorelle, era stato rimpinzato di dolci, vietati dal padre, severo, rigido, militaresco, di cui Robert era la copia miniaturizzata. «Puoi fare quello che vuoi salvo mangiare cioccolata». Proprio di cioccolata le sorelle lo riforniscono in abbondanza prima di dargli dell'olio di ricino e di rinchiuderlo in quel sacrario che era lo studio del padre. «Adesso sei tu Papà nello studio». Il bambino impazzito di terrore, di angoscia e di malessere fisico, aveva sparso feci su tutto, sui tappeti che il padre collezionava, sulle sue carte. La diarrea aveva disseminato strisce, ecco di nuovo le strisce, dappertutto, «Sì, ce n'era anche sulle pareti», ed è a questo proposito che appare la parola trauma, perché il bambino poi percosso per tre giorni di seguito dal padre «ne riportò - disse il dottore - un trauma». Nel romanzo, le strisce hanno delle mutazioni. Quelle proiettate dalla persiana si trasformano nei fili del tappeto, che il padre colleziona, nel getto di sangue arancione che non arriva al grembo di Mary, «arancio in questa luce», e poi arrossato, lo stesso «tra rosso e arancio» del sogno della mia paziente, in the rape, la corda gettata, proiettata dall'incisione sul braccio, che dirigendosi ver36
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