Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

che non era stato certo il quasi sconosciuto Garth Wilkinson il poeta che si era mosso per primo in questa direzione, e si rifà a un passo della Interpretazione dei sogni ove veniva citato il «nostro grande filosofo e poeta Schiller», il quale, in una lettera a Korner si era soffermato sulla «concatenazione funzionale» che ad un esame più attento, è possibile individuare tra idee apparentemente del tutto distanti tra loro; dall'altro ci tiene a ribadire che una tale constatazione e indicazione, non concerne unicamente le associazioni poetiche, ma dipende dal dato generale - ribadito dalla propria esperienza clinica - che dimostra come «l'accadere psichico sia integralmente soggetto al principio della determinazione». Non quindi «artistica», ma «scientifica» è la procedura delle «associazioni libere» applicata dalla psicoanalisi. Fin qui la messa a punto nei confronti di Ellis. Ma Freud non si limita a questa. Interrogandosi, sul filo della questione che Ellis aveva sollevato, su un possibile influsso, sia pur remoto, da se stesso ricevuto, a proposito delle libere associazioni, da parte di un qualche autore del passato, si sofferma sullo scritto di Ludwig Borne segnalatogli da Ferenczi, «L'arte di diventare uno scrittore originale in tre giorni». Freud ricorda di avere ricevuto in dono, «quando aveva quattordici anni» le opere di Borne, e di essersi «profondamente addentrato» nella loro lettura. Tuttavia, mentre non ricordava il «saggio» in questione, altri degli scritti di Borne «gli erano tornati alla mente, senza alcun motivo plausibile» (la sottolineatura è nostra). Rileggendolo «era particolarmente sbalordito di trovare espresse, nelle istruzioni per lo scrittore originale, alcune convinzioni che egli stesso aveva sempre nutrito e difeso»; non solo le «associazioni libere», ma anche, ad esempio, la funzione della «censura». Ricordava dunque, Freud, altri scritti di Borne, come pure - leggiamo nella lettera a Ferenczi - «alcune frasi... fortemente impresse nella memoria, naturalmente non in quella criptomnestica». L'ulteriore riflessione, che trova espressione nello scritto Preistoria della tecnica analitica, lo induce, tuttavia, a un'importante precisazione: «Non sarebbe dunque impossibile che questa indicazione abbia portato alla luce quella componente di criptomnesia di cui in tanti casi si può sospettare l'esistenza dietro un'apparente originalità». Freud, dunque, aveva ben presente Borne, e taluni dei suoi scritti, non, tuttavia, proprio quello ove si sarebbero potute 198

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