Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

eccetto il trauma che la origina, provocato dall'assassinio del padre e dall'improvviso matrimonio della madre. Ma gli squallori delle vicende familiari, fossero anche l'assassinio di un re, non sembra possano costituire motivi di turbamento per la straordinaria intelligenza morale di Amleto, né tantomeno possono spingerlo alla perdita del sé. All'origine della follia, in Shakespeare, vi è piuttosto quella forma di repulsione che colpisce l'immaginario dei personaggi in tragedie come Amleto, Timone d'Atene o Macbeth. Amleto rappresenta un uomo nuovo, così come nuova era stata la figura di Re Davide nel secondo libro di Samuele: personaggi che sembravano poter realizzare l'intera gamma delle possibilità umane e la cui aura carismatica prometteva un trionfo quasi definitivo sulla natura. Il personaggio biblico di Davide possiede una mirabile intelligenza pragmatica, ma i suoi cambiamenti sono naturali, o comunque retti dal favore della benedizione divina. Amleto cambia nel modo shakespeariano, ascoltando se stesso, sia nei soliloqui che quando si rivolge ad altri; ed è attraverso questo riflettere sulle sue stesse parole che Amleto ci offre una totale analisi di sé. Il suo daiman risiede nel suo carattere, in quello spirito divino che lo abita e che nel manifestarsi come fato sovradetermina gli eventi, e stabilisce il destino di Amleto e di coloro che a lui sono legati. Il personaggio letterario, come presenza autoriale, si ripropone, al di là delle mode e delle tendenze, come una costante degli studi critici; il fascino universale di Amleto, che risiede proprio in questo singolare connubio tra forza mimetica e autorità linguistica, lo rende il probabile punto radiante a cui guardare per un ritorno allo studio della personalità in letteratura. Harold Bloom Traduzione di Alessandra Violi 195

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==