Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

matica, per cui un equivoco desiderio di distruzione dà origine a gravi sciagure, e l'istinto che lotta contro lamorte è anche lo stesso che la corteggia. Le malattie della coscienza sembrano tutte inventate da Amleto, come difese che vanno ad intaccare questo istinto, e che contemporaneamente ne vengono contaminate. Amleto inventa Freud, nel senso che Freud è condannato a seguire Amleto, a tracciare la mappa della sua psiche per arrivare a un disegnogeneraledella psiche umana. Ogni lettura freudiana di Shakespeare è dunque ridondante rispetto alla lettura shakespeariana di Freud offerta dall'Amleto. Come teologo dell'inconscio, Amleto anticipa Wordsworth, oltre a Freud, così come precede Kafka e Beckett nel rifuggire sistematicamente ogni interpretazione che lo possa confinare in uno schema riduttivo, in cui le realtà della sofferenza siano trascese inmaniera semplicistica. L'intelligenza di Amleto lo pone come antecedente di tutta la letteratura posteriore, a sua volta incapace di decostruire gli stessi dilemmi in forme più incisive o esplicite di quanto non abbia fatto Amleto. Shakespeare trasforma i teorici dell'interpretazione in tanti Rosencrantz e Guildernstern, che vedono in Amleto uno strumento di cui vorrebbero estirpare il segreto, ma che non riusciranno mai a far suonare. Ogni interpretazione storicistica di Amleto, che segua vecchi o moderni criteri, finisce col ridurre l'esegeta al ruolo di cultore dell'antico, incapace di separare i valori del passato dall'incombente immediatezza del presente. C'è una politica sottesa allo spirito di Amleto: ma se quest'ultimo ci appartiene ancora, la sua politica non è più la nostra. Il manifestarsi della malattia dello spirito, nella vita di Amleto come nella nostra, è l'aspetto della tragedia che più ci lascia perplessi. Amleto perde il senno fingendo la follia, per poi recuperarlo una volta autopurgatosi delle sue forme di alienazione nei confronti della realtà. Non ci viene mai rivelata la natura precisa della sua malattia, 194

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