Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

principio di piacere in Amleto. Nella commedia shakespeariana, il carattere del personaggio raggiunge la sua vera apoteosi letteraria, che consiste nella rappresentazione di una libertà interiore che può avere origine semplicemente dal puro gioco dell'ingegno. Rosalina e Falstaff sono forse gli unici tra i personaggi shakespeariani a poter eguagliare per ingegno Amleto, sebbene lontani dalla sua metafisica della coscienza. Sia nella forma comica che in quella moderna, Shakespeare ha stabilito i parametri per misurare l'equilibrio tra carattere e passione. In Shakespeare, l'Io è più drammatizzato che non teatralizzato, il che spiega come mai una lettura shakespeariana di Freud possa funzionare così bene. Secondo Freud, la fase edipica segna il passaggio dal processo di feticistica frammentazione dell'Io a quellodella formazione del carattere. Quei critici che ora mettono in dubbio il carattere del personaggio letterario e che proclamano anche la morte dell'autore, non possono non considerare qualunque idea di stabilità del carattere, sia essa letteraria o umana, come una semplice riduzione rispetto ai più profondi desideri pre-edipici. È chiaro che la fortuna del carattere del personaggio letterario segue le fasi alterne del prestigio attribuito a concezioni normative dell'Io. Di conseguenza, il personaggio di lago in Shakespeare, che lotta contro l'essere, e che proclama «Io non sono ciò che sono», potrebbe essere considerato come il primo decostruzionista dell'Io. Questa è la necessaria premessa per capire come la stabilità del carattere possa essere di fatto vista come anormale. Ma le decostruzioni dell'Io non sono più moderne di quanto non lo sia il Modernismo; e, come il modernismo letterario, l'immagine di un Io privo di centro è un prodotto della culfura ellenistica dell'antica Alessandria. Gli eretici gnostici credevano che la psiche, come il corpo, fosse un'entità caduta, modellata meccanicamente dal Demiurgo, o pseudo-creatore; all'in182

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