Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

ri, Johnson o Barthes? Che differenza fa se ci schieriamo con un critico piuttosto che con l'altro? Barthes, come Foucault e altri recenti teorici francesi, è famoso per aver aggiunto alla proclamazione dellamorte di Dio espressa da Nietzsche una morte supplementare, quella dell'autore. Se non esistono autori, di conseguenza non possono esserci nemmeno personaggi fittizi, visto che la letteratura non fa riferimento a un mondo esterno al linguaggio. In effetti le parole rimandano in primo luogo necessariamente ad altre parole, ma in definitiva l'incidenza che esse hanno proviene loro da un universo reale. Storie, poesie e opere drammaturgiche sono riconoscibili come tali in quanto espressioni di voci umane all'interno di tradizioni che fanno tutte capo a una generale macroesperienza comunicativa; e le tradizioni, nell'acquisire autorità, divengono in qualche modo reali, o perlomeno definiscono il senso di una realtà. Anche il nostro affermare che, nel contesto di un universo immaginario, i caratteri letterari sono in realtà personaggi fittizi è una sorta di fatto reale. E il significato e il valore attribuiti ad ogni carattere che sia rappresentato con successo da un punto di vista letterario, dipendono comunque sempre da una nostra idea di persona nella realtà concreta della vita. Il carattere letterario è sempre un'invenzione, e le invenzioni si devono di solito ad altre invenzioni che le hanno precedute. Shakespeare è l'inventore del personaggio letterario così come noi lo conosciamo; la sua riforma delle universali aspettative umane riguardo all'imitazione verbale della personalità sembra ora aver acquisito uno statuto permanente e misteriosamente vincolante. Per quanto eccezionali possano essere le rappresentazioni dei personaggi nella Bibbia o in Omero, i loro caratteri risultano sempre relativamente invariabili; essi invecchiano all'interno della storia, ma il loro abituale modo d'essere 178

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