Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

ridestato «vecchi dolori». Ed è unicamente dal momento in cui quel segno differito è apparso, che il colore stesso del mondo è cambiato, o, per meglio dire, che il colore della vita e il colore del mondo si sono radicalmente contrapposti: - Le ciel était charmant, la mer était unie; Pour moi tout était noir et sanglant désormais, Hélas! et j'avais, comme en un suaire épais, Le coeur enseveli dans cette allégorie20 • Gli echi si moltiplicano, si costituiscono nuovi accoppiamenti. Il «cielo» che «era un incanto» è identico all'«aria immacolata» («un ciel sans nuages») del verso 3; il «mare» come «un olio», è quello che già si offriva al rollio del bastimento. Cielo e mare formano una coppia felice. Ma, entrambi non sono che un termine - il mondo degli elementi - di una coppia il cui altro termine è l'io (mai) del verso 54: questa volta l'accoppiamento è conflittuale. Nella serie di tessuti evocati dalla poesia, ciò che era stata una «veste dischiusa» (verso 24), «bianco delle vele» (verso 27), è diventato «rigido sudario». Il «cuore... sepolto» presenta il più violento contrasto con il «cuore» che «si librava planando» dei due versi iniziali. A loro volta, cuore e sudario, cuore e allegoria fanno coppia. Anche la serie delle interpellazioni si prolunga: Dans ton ile, o Vénus! je n'ai trouvé debout Qu'un gib_et symbolique où pendait mon image... - Ah! Seigneur! donnez-moi la force et le courage De contempler mon coeur et mon corps sans dégout!21 La poesia si conclude così con due apostrofi successive: a Venere, e poi al Dio dei cristiani. È l'impiccato il corrispettivo della dea pagana: fa coppia con lei. Al Dio se154

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==