Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

poeta si risveglia all'afflusso delle sensazioni cenestetiche. Ai dolori (verso 45 ) dell'impiccato fanno riscontro i «vecchi dolori» (verso 48) dello spettatore. Questa volta l'accoppiamento non ha più luogo soltanto tra il morto e i suoi carnefici, ma tra il morto divorato, da una parte, e, dall'altra, il suo testimone, il quale, simmetricamente, non può risultare meno divorato. Tuttavia, nella simmetria pressoché speculare, viene introdotta una diseguaglianza. Gli animali che hanno triturato la carne del poeta sono bestie metaforiche. Le pantere nere, i becchi, le mandibole, sono gli agenti e gli strumenti della passione erotica. E, per effetto di un rovesciamento, questi ultimi non tarderanno a rendere allegoriche le bestie, inizialmente supposte come reali, che martirizzano l'impiccato. (Si sa che la castrazione dell'impiccato è stata letta come una confessione di Baudelaire.) La simmetria s'inscrive del pari nello spazio: alle membra fluttuanti del cadavere, vittima della gravità, corrispondono il «vomito» e il «fiume di fiele» che risalgono fino ai denti... dai flutti immaginari entro cui naviga il poeta è pertanto anch'egli un morto vivente, un cadavere che sopravvive. L'apostrofe all'impiccato è un atto di interpretazione; e va sottolineato che l'interpretazione funziona in senso doppio, circolarmente: interpretazione di sé e del proprio passato individuale mediante l'immagine atroce che è apparsa sulle rive di Citera, interpretazione dell'impiccato e dei suoi tormenti mediante il contenuto sado-masochista della reminiscenza erotica. La soggettività del soggetto lirico è coinvolta nel circolo infinito della appropriazione intima dello spettacolo osservato e della proiezione di sé in questo stesso spettacolo. Ognuno dei due corpi è il riflesso dell'altro. Ma, in pari tempo, non vi è, qui, un circolo interpretativo: nulla, infatti, è veramente dato in qualità di un oggetto da interpretare: tutto è - a pari titolo - il prodotto di una medesima invenzione. La concatenazione temporale, in questa invenzione, gio152

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