Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

fa intervenire al punto giusto. La Dissolutezza e la Morte qui allegorizzate - queste«fanciulle crudeli», hanno come emblema i mirti e i cipressi: giova ricordare, con Claude Pichois, lo stretto rapporto tra«Un viaggio a Citera» (poesia CXVI) e«Le due buone sorelle» (poesia CXII). E bisogna aggiungere che l'interpellazione rappresenta una struttura comune ad entrambe: Quand veux-tu m'enterrer, Débauche aux bras [immondes? 6 Mort, quand viendras-tu, sa rivale en attraits, Sur ses myrtes infects entre tes noirs cyprès?15 Né da lontano, né da più vicino, una volta sceso nell'isola, Nerval aveva introdotto nella sua narrazione la descrizione dell'impiccato: si era accontentato di parlare di un«braccio»«riempito» della forca. E appartiene all'inconscio di Nerval (vale a dire alla nostra interpretazione) il compito dell'accostamento tra«la forca a tre bracci» del capitolo XV, e«Le tre Veneri» del capitolo XVIII (dove è evocata«la triplice personalità» della dea di Citera). Baudelaire, invece, dedica sei quartine all'impiccato: tre per descriverlo, echeggiando Villon, e tre per interpellarlo: De féroces oiseaux perchés sur leur pàture Détruisaient avec rage un pendu déjà mur, Chacun plantant, comme un outil, son bec impur Dans tous les coins saignants de cette pourriture; Les yeux étaient deux trous, et du ventre effondré Les intestins pesants lui coulaient sur les cuisses, Et ses bourreaux, gorgés de hideuses délices, L'avaient à coups de bec absolument chàtré. Sous les pieds, un troupeau de jaloux [quadrupèdes, 149

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