Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

la fonte di un'altra vita ripugnante. Ma questo quadro - che pone in scena il tempo divorante - rappresenta di per sé soltanto una parte della poesia. È una immagine, insieme mobile ed immobile, che appartiene a un passato indeterminato, nettamente definito come un ricordo comune al poeta e alla sua amante. Il rapporto tra presente e passato è sottolineato dall'imperativo presente dell'apostrofe iniziale: Rappelez-vous l'objet que nous vimes, mon a.me, Ce beau matin d'été si doux... 3 L'oggetto, così ampiamente descritto, ha il valore di una prefigurazione. Lavorata con tanta insistenza, questa immagine annunzia all'amante del poeta, in maniera proprio perciò tanto più crudele, ciò che ella stessa sarà un giorno. Il ricordo della «carogna» in cui si erano imbattuti in una «dolce mattina d'estate» è lo specchio profetico che il poeta porge alla sua compagna, nuovamente apostrofandola: - Et pourtant vous serez semblable à cette [ordure, A cette horrible infection Étoile de mes yeux, soleil de ma nature, Voùs, mon ange et ma passion!4 È dichiarare all'angelo (termine del gergo amoroso sul quale Baudelaire ha così spesso fatto dell'ironia) che già ha avuto luogo la fusione tra la sua immagine futura e la bestia putrefatta davanti alla quale, poco prima, la coppia si è soffermata a lungo. A colei che un giorno sarà «sotto l'erba», il poeta ricorda: 138 La puanteur était si forte, que sur l'herbe Vous cn'.ìtes vous évanouir5 •

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