Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

E: Una sterrata zona scintilla di cocci e di muta luna, ch'ora un silenzio copre e aerata luce di pioggia promessa... Il «tempo di comprendere» si cristallizza in un gesto semplice: ...da una loggia che una nebula sciacqua, altra sottile acqua d'argento s'accende - è una pioggia più fresca del respiro che dal mare all'utente apre il petto, ora ch'ei tocca umido il fildirame cui trasale lontanissimo un timpano... Una «cosa» si sposta dentro la poesia, designando man mano dei punti proprio nell'atto di sfuggirli - è, letteralmente, la funicolare. Che compare sotto nomi diversi: «carro», «urna», «arpa», «arca», «barca». Ma è significativo che in questa nomenclatura manchi un termine che, per associazione semantica e ancora più per attrazione paronomastica, rientrerebbe naturalmente nel paradigma: «bara». «Bara» sembra termine necessario, epperò rimosso; esso rintocca tuttavia, in absentia. Sulla funicolare, quel nome-epigrafe, quel nome morto viaggia attraverso le «Stanze». 7. Processo di occultamento/svelamento; nome-epigrafe; funzione sintattica ma anche metapsicologica, per dir così, dell'interiezione, a designare un posto che non c'è; monosillabismo e frase interminabile: una serie di accertamenti, sia pure ancora sommari, hanno fatto ruotare la lettura delle «Stanze» verso qualcosa che deve trovarsi 131

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