Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

traslato, se dalla ragazza al poeta, o viceversa. Eppure sappiamo bene: l'illusione è sorta nel poeta, come un errore dell'immaginazione. E tuttaviaWordsworth lascia a quell'illusione il suo momento di verità, quasi fosse naturale e per nulla straordinaria. Non si dà pena di demistificarla: la natura possiede uno splendore soprannaturale, per quanto evanescente possa essere. Nella prima stanza, l'illusione soprannaturale preserva la ragazza da un certo tipo di contatto, il tocco «degli anni terreni»; ma nella seconda stanza lei ne appare completamente distanziata. Partendo da un'ipotesi di Coleridge, che vedeva in questa lirica un immaginario epitaffio per la sorella di Wordsworth, F.W. Bateson ha sostenuto che «A Slumber», come in generale tutti i Lucy Poems, abbia origine da sentimenti incestuosi, e che esprima un desiderio di morte nei confronti della sorella. La poesia rimuoverebbe l'oggetto d'amore col collocarlo al di là di ogni possibile contatto. Questa analisi conferma in parte l'analisi di Freud sul modo in cui i nevrotici sfuggono alla realtà. Freud mostra come essi sequestrino, di fatto, il mondo intero, e lo collochino al di là di ogni contatto o relazione, per una generalizzata paura del contagio. L'unica differenza è che in Wordsworth questo stesso mondo rientra nella seconda strofa sotto la forma di un'immagine che ha risonanze più positive che sinistre. La poesia di Wordsworth si presta ad essere inclusa in quella sezione del libro sui sogni che contiene le più famose interpretazioni letterarie di Freud. Nella sezione del capitolo quinto su «I sogni della morte di persone care», Freud analizza la storia di Edipo. Se reagiamo di fronte al destino di Edipo, dice Freud, «è perché sarebbe potuto diventare anche il nostro, perché prima della nostra nascita l'oracolo ha decretato la medesima maledizione per noi e per lui»4 • Quella maledizione non è altro che l'appagamento inconscio di un desiderio, secondo una modalità che sospettiamo sia presente anche in «A Slumber». 109

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