rimosso, definendoli ora sacri, ora irrazionali, ora insignificanti. Freud non solo sottrae questa massa di fenomeni all'insignificanza, ma ci invita anche a prendere in considerazione testi di carattere nuovo o inusitato; testi che non sono né letterari né scritturali, ma la cui scoperta mette in dubbio la precedente trascrizione dell'esperienza interiore. Ciò che Freud rivela è molto più che un codice di decifrazione dei sogni, è l'invenzione di una nuova testualità, che nasce da una trascrizione tutta personale dei sogni. Non è solo il sogno ad essere importante, ma anche il testo del sogno. Dopo Freud, tutti noi sognamo in maniera freudiana, ossia raccontiamo i nostri sogni in quel modo (a meno che non siamo fra quei pochi eletti che sono junghiani). La psicoanalisi dunque, oltre a trasformare il nostro modo di interpretare testi già in nostro possesso, ne crea anche di nuovi. E tuttavia, siccome già anche i sistemi religiosi del passato hanno prodotto e diffuso dei metodi di interpretazione che si presentavano come adatti a radicali revisioni, si rende necessario mettere in luce due aspetti che distinguono l'interpretazione psicoanalitica da quelle autorevoli forme. La prima differenza riguarda la relazione di reciprocità tra il testo e il commento. Il testo del sogno non è oggetto dotato di fissità come quello della Scrittura. La stessa Scrittura, o i molti testi (biblia) che compongono ciò che oggi chiamiamo la Bibbia, furono redatti e stabiliti nella loro versione definitiva solo dopo una serie di ordinamenti interpretativi. Freud invece ci consente di vedere il modo in cui il commento entra nel testo e prende corpo insieme al sogno. Il lavorare sui suoi propri sogni, quella che Freud chiamava la sua auto-analisi, investe e integra a tal punto la versione originale, da farle perdere le caratteristiche di oggetto, per trasformarla in una rete di connessioni linguistiche che potrebbero condurre ovunque, a seconda di quale sia e di chi manovri gli scambi 102
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