genere appartiene dunque quest'opera? La mia citazione dal sogno degli Knodel suggerisce come Freud abbia trovato un modo insolito e originale per scrivere delle Confessioni, vale a dire un'autobiografia con cui mettere a nudo qualunque pulsione - senza dubbio, desideri sessuali, sensi di colpa e invidie in ambito sociale, e anche emozioni infantili, che gli servono da sprone per la ricerca di fama in ambito scientifico. La struttura del DNA non è nulla in confronto al modo in cui Freud articola la libido della scienza. «La franchezza di Freud - scrive Kenneth Burke - non è resa meno straordinaria dal fatto che egli aveva perfezionato un metodo che gliela consentiva... ciò che per lui poteva rientrare nella categoria benigna dell'osservazione, poteva per altri rientrare solo nella sua corrispondente maligna, il desiderio di spiare». È proprio nell'inversione tra maligno e benigno, e viceversa, che sta il rischio, già osservato da Burke, di un «drastico atto di auto-ostracismo nel disegnare la mappa delle relazioni tra ecclesia e cloaca». Le Confessioni di Freud, intitolate L'interpretazione dei sogni, superano persino quelle di Agostino o di Rousseau perché oltre ad avere una toccante, anche se indiretta, impronta narrativa che mira all'auto-giustificazione, introducono una straordinaria forma di lettura interpretativa, che procede smaniosamente alla ricerca di un ordine con maggiore libertà, ma anche con maggior coraggio di quanto non facessero l'esegesi rabbinica o il metodo figurale e tipologico dei Padri della Chiesa. Il modo freudiano di interpretare i sogni diventa una potente ermeneutica, tanto da rivaleggiare con quella delle grandi religioni occidentali. Nonostante il suo libro sui sogni sia un improbabile contendente al ruolo autorevole che è proprio delle Sacre Scritture (poiché è, come ho detto, molto più simile a una Confessione), riesce tuttavia a trarre una chiave di lettura secolare da fenomeni che questa stessa civiltà ha 101
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