Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

liarità», la notte di Natale, al di qua della vetrata fatale che può trasformare il luogo della fobia da luogo della teoria, da spazio per pensare, in contenitore per non crescere. Il luogo della fobia è dunque in un equilibrio difficile. Come per la Madonna con il bambino di Giorgione, che tiene in mano un libro e con l'altra trattiene solo la testa del bambino, e nessun altro appoggio ha il bambino, e la Madonna è leggermente piegata in avanti, in bilico, un bilancino, un azzardo come andare in bicicletta senza mani, ecco allora che si staglia sullo sfondo, nel paesaggio, l'immagine della torre, se il cerchio è di nuovo la testa. Il luogo della fobia ha una lettura sincronica, come luogo di strutturazione del soggetto e una che si prospetta nella ripetizione nel tempo. Sottratto al tempo, al tempo che incalza l'architetto di Greenaway, i nove mesi della gestazione, che nei sogni appare impossibile a compiersi, il Cefalòpodo smette di partorire e di deporre uova. Alla classicità, l'arco e le colonne, all'eternità, all'immutabilità, risponde nell'arte nella Sacra Famiglia di Raffaello, continua il giro nella medesima collezione dell'Ermitage, la rappresentazione di una temporalità in cui l'ora è segnata dall'imbrunire. Il sole, dalla cui posizione nascevano nani e giganti, origina le ombre che si allungano dalla balaustra che ci divide dal paesaggio, verso di noi. Ma il sole non vi appare, il cielo ha forse un punto di foschia. Alla meteorologia si collegano crescita e deformazione. Ciò che non è alterabile dal tempo che passa, ciò che l'inconscio preserva, è la verticalità fallica, i due culmini delle parastre di sfondo e, in primo piano, il bastone diritto di San Giuseppe che viene qui reinvestito della sua virilità. Come in Plutarco nel suo libro sugli anziani, ritroviamo la vecchiaia raffigurata come erme, pietre quadrangolari, limiti, confini, senza braccia e senza gambe, 94

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