Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

fantasia di mutilazione, dal timore della perdita del pene a quattro anni, in poi, è il tentativo di guadagnarsi, attraverso una lucidità nella visione di Dio, la supposta familiarità ebraica con la capacità di sopportare il godimento del padre, quel vedere «nitidamente» i contorni delle cose che accosta nell'adolescenza le «silhouettes» dei sogni al proporsi di una sessualità propria accanto a quella paterna: un vedere «nitidamente» i contorni delle cose che è l'esito momentaneo di un colpo, di un incidente, di una ferita e il cui desiderio spinge il soggetto a procurarsi piccoli, o gravi, danni, dove il sangue, più o meno simbolico si contrappone al sangue mestruale che al contrario toglierebbe lucidità alle donne nei loro periodi. L'ebraismo passa nel cristianesimo attraverso le fantasie di mutilazione, ma l'intelligenza del luogo della fobia è pre-cristiana, e tuttavia si muta per la nostra morale nella lucidità visionaria di audaci sortite che appartengono al campo dei cristianissimi sintomi fobici, interiorizzazioni degli antichi divieti, spostamenti di confini che rendono visibile ai pastorelli ciò che era riservato ai sacerdoti: tolto dalla cultura il luogo della fobia, ad apparire adesso, salvo che ai mistici eretici, è la Madonna, donna fecondata di cui si sa la vagina capace di dilatarsi straordinariamente e senza spargimento di sangue, sicché la teorizzazione, attraverso lo stesso incombere della mutilazione, di un recupero delle teorie sessuali infantili, inaccettabile al fascismo, è in realtà inaccettabile per quel tanto di cristiano che c'è in tutti noi, psicoanalisi compresa. E allora nasce una domanda. Quanti sono gli ebrei? I «numeri» sono i censimenti, gli Arithmoi con cui il popolo si conta, e le tribù; ma spesso capita che il popolo non sappia bene identificarsi, anche se già nel Genesi Dio aveva dettato l'elemento distintivo nella circoncisione, prescritta a ogni bambino sia che fosse nato in casa «sia 84

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