Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

stra dove un cerchio della stessa grandezza contiene il cielo. Molti dei pittori della collezione, da Botticelli a Tiziano, sono stati variamente turbati dai soprassalti del cristianesimo, Savonarola e la Controriforma, ma la loro cultura era antecedente, ancora rivolta all'ermetismo, ancora egizia, e il ritratto angelico di giovane dal viso purissimo di Palma il Vecchio colloca una mano, quasi staccata dal resto, in ciò che c'è di più anti-cristiano, un guantopreservativo. È qui allora che ci appare, nel film di Herzog, la scimmia crocifissa portata dai nani in processione. Una scrofa viene uccisa. Due nani ciechi, accecati dai genitori e mandati a mendicare per le strade, piccoli Edipi in miniatura, che vivono ora lì, separati dagli altri, facendo roteare lunghi bastoni, s'imbattono nella scrofa morta. I nani bruciano le piante in v�so, ma «Diamo fuoco alla grande!» è il loro grido, e viene bruciato un granaio. L'illusione che esista un «piccolo» corrisponde a quella che esista un «grande». A Anche i nani hanno cominciato da piccoli, risponde lo stesso Herzog in Cuore di vetro, quando il paese teme la presenza di giganti: «Ditegli di osservare la posizione del sole: al tramonto l'ombra di un nano diventa un gigante». Prima il richiamo al cielo (chissà se gli insetti, mutilati, conoscono il cielo), ora al sole e all'ombra, il primo richiamo ai pianeti e all'universo delle teorie sessuali infantili, il secondo al padre e al rapporto piccolo-grande che si radica nel luogo della fobia, il terzo all'ombra, che è il Dio d'Israele. L'ebraismo passa nel cristianesimo attraverso le fantasie di mutilazione. E passa inavvertito. Quanti sono gli ebrei? Così pochi che si possono facilmente sterminare. L'ebraismo passa nel cristianesimo, e, come il trauma, passa inavvertito. Come qualsiasi evento traumatico è in realtà un trauma sessuale, e come tale si rappresenta nel rapporto sessuale che un soggetto intrattiene, così ogni 83

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