Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

no sostenuto la sposina della torta come le due gambe del seminatore il sole di Van Gogh, ripropongono il quesito del cerchio del Mosè seduto di Michelangelo: gli arti trattengono o respingono? Il perché questo avvenga per L., diventa chiaro quando L. racconta all'analista, e ne parla per la prima volta nella sua vita giacché benché credente l'aveva taciuto anche al confessore, come da bambina, una mattina a scuola, un bidello le avesse sollevato il vestito. Quanto è accaduto il giorno delle nozze, lo scherzo degli amici che sollevano l'abito alla statuina, nel momento in cui si invera nella effettiva nascita dei gemelli, riporta L. indietro e fa sì che proprio nell'epoca di latenza in cui si è verificato il gesto del bidello, l'abito sollevato riveli qualcosa che contrasta brutalmente con le teorie sessuali infantili che appartengono a quel periodo. È come se a L. di sette anni venisse dimostrato qualcosa di impossibile a farsi, e cioè che il suo inconscio ha torto: ciò che si esibisce, ciò che si svela «senza freno» è la mèta genitale. Di fronte a questa «dimostrazione» che giunge quasi trent'anni più tardi, L. non regge la figura di quello che ho chiamato «amore senza ostacolo», giacché questa particolare situazione, per poter produrre intelligenza invece di perversione o psicosi, deve reggersi paradossalmente su due gambe, su i due elementi che ho portato in scena in questo lavoro, le teorie sessuali infantili e il romanzo familiare. Vale a dire una verginità che nessuna esperienza amorosa può distruggere (il cerchio del primo caso clinico su cui mi sono soffermata) e il dubbio pervicace sul genitore che sostiene la dimensione «eroica»nella vita del soggetto. Quello allora che mi sono proposta nella direzione della cura segue il cammino opposto all'abitualemodo di intendere la funzione dell'analista. Non ho cioè «smontato» fantasie, ma, con l'aiuto attivissimo dei sogni della mia 73

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