Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

Una passione nel deserto ossia: un amore meno che umano «Credete che le bestie siano sprovviste del tutto di passioni? Sappiate che possiamo dare loro tutti i vizi propri al nostro stato di civiltà...». Le frasi che ho citato, all'inizio del racconto balzacchiano Une passion dans le désert, che comparve sulla «Revue de Paris» nel dicembre 1830 (ancorché in coda al testo si legga: 1832), sono da prendere con qualche prudenza. Certo, la prima enuncia il tema stesso del racconto, appunto una «passione», una passion animale; ma quanto ai «vizi» che l'uomo civilizzato impresterebbe, o addirittura imporrebbe, alla bestia, per dir meglio, quanto al processo informativo, di imprinting magari corruttore derivante dal contatto umano, il testo di Balzac non dice proprio nulla. Semmai, esso fonda la propria originalità sulla sostanziale equivalenza fra umano e animale - a livello, appunto, della passione. Nello stesso tempo, si esclude dal ventaglio delle letture anche quella che configuri Une passion dans le désert come il referto di una perversione. Più che di fissazione regressiva, conviene parlare, qui, di una ricapitolazione originaria della sessualità - basti notare il dato, su cui tornerò, dell'«odore». Per il momento, si potrà dire che 7

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