Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

cui si trovano, per ore e ore, finché è «contenuta» in una stanza. L'«organizzazione» di cui la paziente parla è in realtà la rappresentazione delle organizzazioni di difesa erette dalla nevrosi e che vengono ora riprodotte proprio come abbiamo trovato riprodotto in analisi, e continuamente nella vita del soggetto, il nostro «luogo della fobia». L'«invenzione» è, al contrario, l'approssimarsi al cerchio, o almeno al camminare in tondo, come rimpianto che il nevrotico, ne parlammo già in «Il fondamento psicotico della nevrosi», mantiene per il proprio fondamento psicotico. Quando il bambino traccia il suo Cefalòpodo, disegna una figura intermedia tra l'uomo che cammina e il cerchio, e basterebbe solo un tratto in più perché il Cefalòpodo diventasse un sole, l'immagine del godimento del padre. Nel «seminatore» di Van Gogh, il sole si abbassa sul campo e la figura dello spargitore di semi con la sua falcata offre al sole due gambe. Così, capita che in bambini gravemente disturbati ma ancora in età da poter compiere una «scelta» tra nevrosi e psicosi, appaia nei loro disegni un ribaltamento tra terra e cielo, il cielo viene disegnato in basso, come se il sole che contiene potesse perdere un arto e camminare. Su questo «due gambe in più, un raggio di meno», si gioca anche la funzione della protesi. Mentre si smorza l'angoscia per il raffronto al godimento paterno, nel luogo della fobia i raggi tolti al sole trovano un'applicazione artificiale, e il tratto del fapipì aggiunto alla giraffa e quello inserito dall'idraulico avviano allo sviluppo li-· neare della nevrosi e a un pensiero organizzativo e faticoso. L'elemento della mutilazione introdotto dal Mosè egizio, accompagna invece una forma di pensiero che precede ogni mitigazione, e che se da un lato sembra rischiare di porre faccia a faccia con Dio, ma ciò non avviene mai, 69

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