Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

to generale dell'istruzione e della selezione del corpo docente. Come rivoluzione politica idem: dei movimenti politici sorti in quel tempo sopravvivono, nella società e in Parlamento, fra l'indifferenza generale, solo alcuni relitti; mentre le loro frange estremiste sono· state irrimediabilmente disfatte. Per quanto invece concerne il costume sessuale il '68 produsse davvero una rivoluzione senza precedenti: tanto essa ci appare repentina, radicale e, nei suoi effetti, durevole. Per essa il fine già primario della procreazione è passato del tutto in secondo piano, non solo rispetto al più libero appagamento del piacere amoroso, ma anche rispetto al fortissimo incremento e alla generalizzazione di una certa attività sessuale senza tenerezza amorosa e senza emozioni, una sorta di ginnastica amorosa insomma, nella quale hanno trovato più ampi spazi le condotte perverse: «inventiamo nuove perversioni» fu lo slogan marcusiano degli anni della contestazione giovanile. Nemmeno quarant'anni di vita professionale mi consentono però, a questo riguardo, valutazioni e giudizi sicuri; i sociologi operano su vasta scala ma in superficie, noi psicoanalisti in profondità ma solo su di una parte della popolazione: quella delle persone sofferenti. I primi possono perciò facilmente incorrere in sviste e malintesi; noi rischieremmo invece arbitrarie generalizzazioni di fenomeni morbosi propri solo di una minoranza: anche se indubbiamente è dalla conoscenza della pato!ogia, sia fisica che psichica, che ci provengono le più importanti scoperte sul funzionamento del nostro corpo e della nostra mente. A questa prima limitazione si .aggiunge il fatto che la sessualità resta, anche per chi se ne deve occupare per mestiere, piuttosto misteriosa. Chi la pratica è, nel momento in cui la pratica, nelle peggiori condizioni emotive per trarne deduzioni obiettive e razionali. Chi ne parla, difficilmente può evitare reticenze o esibizionismi, en198

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