Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

tera) e alla funzione della luce (la blancheur). L'irrappresentabilità suppone uno specchio non rotto ma accecato da troppa luce. E il deserto appunto è il luogo privilegiato dove la luce organizza le sue funzioni e i suoi abbagli. Strisce, punti, colori Quella dissimmetria (significante) si riequilibra per così dire in una simmetria diegetica. Alla macchia bianca risponde la macchia nera, lo scotoma vero e proprio. Come si conclude, in tragedia, la passione fra il soldato e la pantera. Il lettore, praticamente, non lo sa: il racconto fornisce in materia pochissime informazioni, sommarie e frettolose. «Par un malentendu», per un malinteso... Chissà perché, la pantera si rivolta contro il soldato, mordendolo alla coscia; e quello le pianta il pugnale nel collo. È vero che ci troviamo di fronte a un procedimento narrativo abbastanza familiare a Balzac, quello che fa precipitare bruscamente la conclusione di una storia - si pensi soltanto all'assassinio di Sarrasine. Ma la rapidità schematica della chiusa di Une passion, che si esenta in tal modo da qualsiasi particolare e motivazione, mi sembra obbedisca soprattutto a uno scopo preciso: cancellare con una macchia nera ciò che non era dicibile, allo stesso modo che, si è rilevato, una macchia candida omologa sottrae alla vista l'irrappresentabile. A rigore, è nel rapporto fra questi due momenti, o meglio: fra queste due forme, che la storia d'amore, chiamiamola così, offerta da Balzac, dichiara il proprio carattere estremo, abnorme. Ma la lettura del racconto ci ha fatto passare attraverso una serie di segni particolari: anelli, strisce, braccialetti, picchiettature, striature cangianti, profili mutevoli, macchie, zone colorate eccetera - che non riguardano, si badi bene, soltanto il mantello della pantera ma il de19

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