Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

pri mezzi, ci si senta tanto dubbiosi ed incerti da restare praticamente come paralizzati. Mentre, a livelli più profondi, nell'angoscia agorafobica si potrà distinguere una angoscia persecutoria, per la quale ogni creatura in movimento che non sia la buona madre o perfino ogni oggetto che possa sembrare animato o comunque non controllabile è visto come un nemico pericoloso da distruggere, e un'angoscia depressiva, che fa temere irrimediabilmente perduti a cagione della propria distruttività tutti i possibili agganci, ogni riparo, a cominciare da quello originario materno. Ricordando un antico proverbio si potrebbe parlare con più semplici parole delle angosce che nascono lasciando la strada vecchia per la nuova, dal saper quel che si lascia e non saper quel che si trova. I movimenti decisivi di ogni evoluzione comportano dunque una frustrazione dell'istinto filiale che porta l'infante all'aggrappamento e l'adulto a ricercare il vecchio sicuro approdo materno fra le braccia del partner sessuale. Il contributo di R6heim Tutto il sistema teorico di R6heim si regge su di una premessa provata ad abbondanza anche da lui stesso nelle sue documentatissime interpretazioni dei miti e dei riti primitivi: l'uomo conserverebbe per tutta la vitauna struggente nostalgia del grembo materno ed è solo con «l'estremo riposo», concepito appunto come un ritorno alla madre, che questo anelito si placherebbe e la quiete originaria verrebbe ristabilita. È evidente il riferimento alla dottrina freudiana delle pulsioni nella sua ultima formulazione, rigettata dai più, ma proficuamente presente in alcune fertili ramificazioni del pensiero psicoanalitico attuale. Siamo, per intenderci, «al di là del principio del piacere», dove nell'immensa scena del cosmo si contrappon189

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