Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

La pulsione filiale, la sessualità e i suoi mutamenti L'eredità di Hermann Fu definito l'eminenza grigia del gruppo degli psicoanalisti ungheresi, Hermann, e io che non ne conosco le ragioni posso però supporre che la definizione derivasse dall'essersi mantenuto in ombra rispetto a figure più note sulla scena internazionale, come Balint, R6heim, Rado o Alexander; dall'essere restato in Ungheria anche negli anni bui del nazismo, del genocidio, dello stalinismo; dall'aver conservato, in quelle tenebre, sia pur fioca, la luce residua del pensiero psicoanalitico; dall'essere infine durato più di tutti, quasi 95 anni, tanto da poter rappresentare l'autorevole garante del risorgimento della società psicoanalitica ungherese. Se si può dire, peraltro, che i contributi originali di Hermann rivelino sempre l'influenza non negata del pensiero di Ferenczi, si deve però aggiungere come Ferenczi stesso e gli altri analisti ungheresi mostrino di essere stati alla loro volta influenzati dalle osservazioni di Hermann, così che Hermann potrebbe essere collocato, tra Ferenczi e loro, quasi allo snodo della evoluzione del movimento psicoanalitico ungherese. Lo scritto di Hermann più conosciuto è di certo la mo187

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==