triangolo, indice della ciclicità del mondo umano e collocato al di sopra di esso, deve ruotare, tradursi in immagine speculare e quindi aprirsi alla mobilità del circolo e alla visualità del quadrante, affinché sia possibile leggere questa complessa congiunzione. Se sull'ara già simbolo del mondo umano poggia il triangolo che ne indica il ritmo manifesto, la sfera naturale reca su di sé la sapienziale sfera, lo specchio che soltanto può «quadrarne» il ciclo e scoprirne così la circolarità latente. Allo stesso modo la figura femminile non ha più un piede in bilico sulla sfera a sua volta pericolosamente vacillante verso lo spettro entropico dell'urna cineraria, ma poggia sul terreno lo stesso piede nudo, il sinistro, come una nascente Afrodite anadiomene. 6. Se non può rinunciare alla scrittura, la scienza nuova esige che il lettore riproduca per proprio conto la densità dei suoi piani linguistici, perpetuando la sua capacità di comprendere i linguaggi da cui discendiamo e in cui andiamo inabissandoci. È quella che è stata definita la dimensione performativa della scienza nuova di Vico34 . L'illuminazione mentale è così strettamente connessa alla capacità di avvertire l'ignoranza, ossia di non ridurre la complessità e l'incertezza della mente, limitandosi ad abbracciare ciò che le è familiare, optando per l'ambigua fascinazione dell'immagine di contro alla trasparenza del concetto: il motto esiste allora in quanto è chiamato a tradursi in immagine, ad entrare in tensione e in vicendevole interpretazione con l'immagine. Così l'affresco dell'opera si articola in un ritmo ternario che presenta nell'ordine, come rispettive proiezioni dei linguaggi delle tre età, dipintura, impresa e ordito della scrittura: il quarto oscuro che è convitato di questa impresa è la menfe del «leggitore», la nostra stessa con cui tentiamo di raffigurarci l'opera attraverso la figura frontespiziale, tentiamo cioè di produrre a nostra volta, secondo il compito che Vico 151
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