Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

riconosciuto dall'altro. Frammezzo ai segni dell'esotismo, dell'avventura, se si vuole di una «histoire naturelle sensationnelle», il lettore intravede non solo qualche forma della dialettica amorosa, ma, quantunque proiettata su uno schermo improprio, dell'articolazione del soggetto. Una Lustpumpe Sto prendendomi troppi arbitri rispetto alla lettera di Une passion dans le désert? A meno che non sia piuttosto un arbitrio che ne riguarda lo spirito, ma che la lettera permette. In ogni caso questo è un racconto trompeur, e cercherò più avanti di spiegare che cosa intendo. Balzac dedica alla sua pantera una descrizione minuziosa o piuttosto un'inscrizione, cioè qualcosa che inscrive nella trama del realismo romanzesco una simbolizzazione. «Era una femmina. La pelliccia del ventre e delle cosce splendeva di candore. Piccole macchie vellutate formavano graziosi braccialetti intorno alle zampe. Anche la coda muscolosa era bianca, ma terminava con anelli neri. La parte superiore del corpo, color oro matto, liscia e morbida, mostrava la picchiettatura caratteristica...». Ancora: «Era certo uno degli esemplari più belli della specie: alta tre piedi e lunga quattro, senza contare la coda: quest'arma potente, tonda come un randello, a sua volta non misurava meno di tre piedi. La testa, grande come quella di una leonessa, risaltava per una straordinaria espressione di finezza: vi dominava la crudeltà delle tigri, ma anche una vaga somiglianza con la fisionomia di una donna sofisticata...». Non è tanto un animale quanto una specie di condotto di potenze in moto continuo fra compressione e dilatazione, da fare pensare forse alla Lustpumpe, la pompa del piacere, cui accenna, alquanto enigmaticamente, una let15

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==