Il piccolo Hans - anno XVII - n. 69 - primavera 1991

vede guardandosi non è la devastazione della sua vecchiaia, ma l'avvenenza di una donna dalle tempie alate, affiancate dall'alone del triangolo. Il complesso radicamento nell'ineffabilità del «quarto» è appunto l'indice della «Provvidenza». «La funzione ternaria espressa si integra così con un elemento quaternario sotteso, per raggiungere un perfetto modello di circolarità. Il Vico sembra alludere alla complessità di questi trapassi mentali nell'impresa con la scritta IGNOTA LATEBAT, che si può interpretare come il disvelarsi, sin qui latente, di quella superiore legge di continuità che esiste fra il triangolo, il quadrato(= il quadrante) e il cerchio»27 • Le righe dello specchio rappresentano così nell'impresa qualcosa che sta a metà tra il tratteggio del triangolo e del cerchio in cui è disposto il solare occhio divino della dipintura e i foschi squarci di nubi e tenebre che lo contornano, in particolare il minaccioso nimbo nero in alto a destra. La superficie riflettente e velata dello specchio accoglie in tal modo l'ottenebramento della sylva e il bagliore accecante della luce divina. Divisi dalla postura delle due braccia, dalla loro motilità fabrile, il triangolo e il cerchio, la prima figura composta e la prima figura semplice della geometria piana, vengono riunificati dall'occhio della figura con le tempie alate: ciò trasforma il geroglifico della dipintura nella figura dell'impresa, dissolvendo virtualmente il geroglifico dell'occhio divino nello sguardo della metafisica, immerso nello specchio. Questa unione che si produce attraverso lo specchio è in realtà la commistione a un livello più alto tra il cerchio e il quadrato inferiori, tra la cultura e la natura o tra l'umano e il divino. Tale movimento paradossalmente fa nascere la figura che lo specchio riflette, fa nascere l'impresa di abbracciare le immagini oscuramente inscritte nell'immane retaggio delle ere, dove la cultura si incide nella natura o il mondo umano viene inscritto nella norma divina, dove cioè il quadrato si proietta nel cerchio. È ciò che si osserva nel gesto antonomastico dell'eroe, ossia nel rito di fondazione della città: urbs è la curvatu148

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==