sguardo, un occhio, come Quintiliano definiva la sententia), una tana d'estraneità che tiene il lettore a distanza, lo abbaglia, lo respinge. Egli è guardato ed abbassa gli occhi; è costretto a un esercizio di invenzione per sostenere lo sguardo dell'altro, a prender possesso di chi credeva di possederlo. Il senso del testo o del quadro resta sospeso a una ginnastica, a un'acrobazia- al ritrovamento dell'unico luogo strategico che si confà all'emblema o agli emblemi, che li mette in prospettiva, che sutura il foro e strizza l'occhio dal punto in cui il lettore si sentiva scrutato». Apprestiamoci dunque ad applicare questo «exercice d'invention»8 all'impresa di Vico. 3. La donna, come suggerisce Vico stesso commentando la «dipintura», è l'effigie della nuova scienza, mentre il triangolo rappresenta il modulo della ricorrenza ciclica degli evi, le tre età (età degli dèi, degli eroi e degli uomini) su cui si articola la «storia ideale eterna» che ne è la chiave di volta. La posizione centrale ed eminente della figura femminile potrebbe esser posta in corrispondenza alla posizione di spartiacque, di età di mezzo, dell'«età degli eroi» cui essa idealmente allude in quanto simbolo eroico. Le stesse ali, «ch'i greci nelle loro favole attaccarono a tutti i corpi significanti ragioni d'eroi fondate negli auspici»9 , suggeriscono la valenza augurale dell'immagine. La metafisica poggia da ambo i lati sulla solidità del mondo sensibile, ma si eleva grazie ai due strumenti (il triangolo e lo specchio) che replicano la duplicità delle tempie alate. Nel folto repertorio figurale dell'Iconologia del Ripa, la Scienza stringe con la mano destra uno specchio e con la sinistra una sfera su cui poggia un triangolo: lo specchio - commenta Ripa - indica astrazione, la sfera uniformità d'opinione (per analogia all'«orbe», al globo, che «non ha contrarietà di moto»), i triangolo i tre termini del sillogismo10 • È praticamente certo che questa immagine, accanto a molte altre attestate dal Ripa, ab139
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